COACHING: tra Empatia e Simpatia, al di fuori dai luoghi comuni

“Un alto grado di empatia in una relazione è probabilmente il fattore più potente nell’apportare trasformazioni e apprendimento.” – Carl G. Rogers, Un modo di Essere

Una delle caratteristiche che distingue un coach eccellente da un buon coach è la capacità di empatia. 

Che cos’è l’empatia? E perché è così importante?

La parola deriva dal greco antico “εμπαθεία” (empatéia, a sua volta composta da en-, “dentro”, e pathos, “sofferenza o sentimento”), che veniva usata per indicare il rapporto emozionale di partecipazione che legava l’autore-cantore al suo pubblico. (Wikipedia)

L’empatia è la capacità di mettersi accuratamente “nei panni di qualcun altro” per capirne la situazione, le percezioni e i sentimenti dal suo punto di vista, ed essere in grado di comunicare tale comprensione all’altra persona.

L’empatia è talvolta confusa con la simpatia. La simpatia implica in realtà essere influenzati dalle percezioni, opinioni e sentimenti dell’altro.

Ad esempio: se il cliente è frustrato e triste, il coach “simpatico” proverebbe le stesse emozioni, lasciandosi coinvolgere dai problemi e dallo stato d’animo del cliente,  ostacolando un intervento efficace.

  • La simpatia è “soffrire” con la persona
  • L’empatia è “stare con” la persona

Da queste brevi definizioni si può capire come il termine “simpatico” sia al giorno d’oggi molto fuorviante, intendendo per “persona simpatica” un qualcuno di piacevole, allegro e giocoso.

L’empatia è un’abilità fondamentale per te come coach, formatore o consulente, poiché contribuisce alla comprensione profonda del tuo cliente, che sentendosi compreso e accolto, sarà più incline ad aprirsi e a capire ciò che lo frena nel processo di cambiamento o crescita.

Molte ricerche dimostrano che uno degli aspetti più determinanti che consentono al coachee di raggiungere il suo obiettivo è proprio la relazione con il coach.

Come è possibile effettuare questa connessione?

Carl Rogers, psicologo e psicoterapeuta americano, considerato uno dei fondatori della psicologia umanistica, già nel 1961 parlava del pensiero centrato sul cliente e delle caratteristiche di una relazione di successo.

Rogers pone 4 condizioni necessarie:

  • Considerazione e accettazione positive incondizionate
  • Empatia accurata
  • Congruenza / genuinità
  • Calore non possessivo.

Anche Theresa Wiseman (1996), ricercatrice infiermeristica, conclude, dopo 18 anni di studi, che la capacità di empatizzare distingue un’infermiera media da un’infermiera eccellente agli occhi del paziente, indipendentemente da come le cure sono state erogate, e indica quattro caratteristiche distintive:

  • Presa percettiva: riconoscere la percezione dell’altra persona, vedere la verità dell’altro
  • Riconoscere le emozioni nelle altre persone
  • Stare fuori dal giudizio
  • Comunicare

In che modo l’empatia abilita una forte connessione con il coachee? 

Steve Covey descrive il concetto di ascolto empatico: “ascoltare con l’intento di capire; cercare prima di capire, di capire veramente. Con l’ascolto empatico, entri nel quadro di riferimento di un’altra persona, guardi attraverso di esso e vedi il mondo come lo vede, capisci il suo paradigma e capisci come si sente. Implica l’ascolto con le orecchie e, soprattutto, con gli occhi e il cuore. Ascolti il ​​sentimento, il significato, il comportamento, il senso, l’intuizione, il sentimento.”

Come si dimostra l’ascolto empatico in una sessione di coaching? 

L’empatia va comunicata: indica al coachee che il coach sta percependo (pensando / sentendo) empaticamente con lui.

Va esternata nella tonalità e nel volume della voce, nei gesti, nell’espressione del viso o con domande a specchio, pertinenti e mirate.

Come si sviluppa l’empatia?

Per essere in grado di fare presa percettiva e riconoscere l’emozione nell’altra persona, ci si deve connettere con quella parte di sé che conosce quella sensazione. Solo in questo modo l’empatia sarà accurata e centrata sul cliente. Inoltre, tutto ciò deve avvenire  in uno stato di non giudizio: bisogna “togliersi di mezzo”, perché questo non riguarda te, riguarda il cliente. Si tratta di non fare valutazioni dalla propria mappa, ma di essere veramente presenti con il coachee nella sua mappa del mondo. 

L’essenza dell’ascolto empatico non è solo esser d’accordo con qualcuno; è capirlo pienamente, profondamente, sia emotivamente che mentalmente.

I corsi di approfondimento e specializzazione della Scuola RE.Al Coaching si sviluppano in ottica Rogersiana, con una profonda attenzione alla persona che è messa al centro dei processi. Ne risulta, anche a parità di risultati, un percepito più fortemente positivo da parte del Coachee che funziona da boosterizzante, sia per il proseguo delle sessioni, sia per ulteriori risultati eclatanti.

Hai mai valutato, anche in altri campi professionali, quanto sia importante creare empatia e come poterla sviluppare? Se vuoi acquisire l’abilità dell’empatia per risultati sempre più eccellenti puoi chiedere come, informandoti sui nostri corsi.

A cura di Renèe Sposato

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